Associazione “Giacomo Sintini”
La Showy Boys A.S.D. sempre più impegnata nel campo del sociale e della solidarietà. Il club galatinese ha scelto di sostenere la campagna di sensibilizzazione dell’Associazione “Giacomo Sintini” che ha promosso una raccolta fondi per la ricerca medica contro leucemie e linfomi e per l’assistenza in campo onco-ematologico. Dopo essere guarito dal linfoma che gli era stato diagnosticato lo scorso anno, il palleggiatore romagnolo Giacomo “Jack” Sintini ha voluto costituire l’associazione per fare prevenzione, contribuire alla ricerca e sostenere chi, come lo staff di medici dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, gli è stato vicino in questa delicata fase della vita. Oggi, Jack, dopo aver vinto la partita più importante, quella contro un linfoma, è tornato in campo.
Jack Sintini ha scritto alla Showy Boys: “Grazie ragazzi, è molto bello e mi fate un grande favore. Grazie di cuore per la vostra sensibilità. A presto”.
Siamo invece noi a ringraziare Jack, grande uomo di sport, per lo spessore umano che lo contraddistingue e per l’impegno quotidiano verso chi è meno fortunato. Avanti Jack!
Missione: raccolta fondi per la ricerca medica contro leucemie e linfomi e per l’assistenza in campo onco-ematologico.
Chi volesse offrire il suo contributo, può utilizzare le seguenti coordinate bancarie:
IBAN: IT 45 P 05 704 03000 000000031354 – Banca Popolare di Spoleto (Perugia)
Ho scoperto di essere malato il primo Giugno 2011. La diagnosi, Linfoma non Hodgkin a grandi cellule B diffuso, alto grado di malignità, quarto stadio. Quel giorno la mia vita si è fermata! Gioco a pallavolo da quando avevo 14 anni, è stato amore a prima vista! La mia prima squadra fu il Messaggero Ravenna che negli anni ’90 dominava la scena a livello internazionale e disponeva di un vivaio giovanile di primissimo livello. Sono cresciuto lì ed ho debuttato in serie A1 proprio con i colori ravennati all’età di 18 anni.
Nel corso della mia carriera ho partecipato a 13 campionati consecutivi nella massima serie italiana e a numerose manifestazioni con la maglia della nazionale. Il punto più alto l’ho toccato nella stagione 2005-2006 quando ho vinto il Campionato Europeo e lo Scudetto nel giro di pochi mesi. Sono stato palleggiatore di grandi club ed ho avuto l’onore di giocare al fianco di alcuni dei più forti atleti di sempre. Amo la pallavolo e amo la mia vita. L’8 Marzo 2005 ho conosciuto mia moglie Alessia e anche per lei, come per il volley, è stato amore al primo istante. La nostra storia va avanti da sette anni e siamo sposati ormai da cinque. La cosa più bella che abbiamo è Carolina, nostra figlia, ha quattro anni ed è un vero e proprio angelo mandato dal cielo. Lei riempie i nostri cuori e le nostre giornate e quando siamo tutti insieme ogni cosa acquista valore. Siamo una famiglia felice e viviamo a Perugia dove mia moglie è nata. Nella primavera 2011, appena conclusa la stagione agonistica, un dolore insopportabile sotto l’ascella e nella zona della scapola ha cominciato a crescere dentro di me incessantemente. Non sapevo come fare, il male era forte, acuto e profondo, così mi sono rivolto ai medici. Abbiamo fatto delle indagini radiologiche e abbiamo trovato una massa tumorale nata e cresciuta all’interno di una costola.
La lesione si era espansa così tanto da procurarmi la frattura e l’erosione dell’osso, da qui quel dolore lancinante. Le procedure di stadiazione della patologia hanno portato alla scoperta di altre 3 lesioni all’interno dei miei organi e così è iniziato tutto. Sono entrato in cura nel reparto di Ematologia Oncologica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e sono stato seguito dallo staff del Professor Brunangelo Falini. Ho cominciato la chemio il 23 Giugno e ho dovuto sopportare per 7 lunghi mesi prima di concludere il mio iter terapeutico con l’auto-trapianto di midollo osseo. E’ stato un incubo e ho dovuto lottare come un dannato per non cadere in depressione o preda dello sconforto. Le cure sono difficili e per non mollare ho dato fondo a tutte le mie risorse. La famiglia, la fede e la voglia di tornare a giocare mi hanno sostenuto, ma non avrei potuto nulla senza l’assistenza dei medici. Loro mi hanno informato, confortato e motivato. Mi hanno controllato centimetro per centimetro e hanno infuso dentro le mie vene goccia dopo goccia i farmaci che hanno distrutto la malattia.
Grazie a loro e grazie a Dio che li ha guidati oggi sono qui, posso tornare alla vita insieme ai miei cari, posso correre con la mia bambina e posso guardare avanti. Jack Sintini